Cambiamento di Paradigma.
Non esiste mondo se non quello che sperimentiamo attraverso i processi che ci sono dati e che fanno di noi ciò che siamo. (…) Non esiste nessun luogo nel quale uscire (F. Varela).
Il fondamento epistemologico è quello del realismo concettuale, una posizione teorica che propone un modo alternativo di prendere in considerazione il reale. La realtà possiamo immaginarla, ma di per sé non esiste, noi possiamo farne delle rappresentazioni ma quella realtà è un’aspirazione e possiamo conoscerla attraverso i nostri dispositivi linguistici, i modi in cui ne parliamo genera quella realtà, e, se la generiamo in modo diverso, cambierà.
Non c’è nessun modo di uscire dal nostro punto di osservazione, l’oggettività è un’illusione, un’ingenuità, cioè non abbiamo una realtà data in sé e per sé da poter conoscere, siamo in una posizione di tensione e sappiamo che tutto quello che conosciamo è frutto della società e della cultura in cui quelle cose sono state dette.
Forse la metafora più bella è quella delle lingue. Una posizione costruttivista è quella che dice: so che esiste l’inglese, il francese, l’arabo, il turco, sono delle lingue, sono tutte un prodotto di un processo di negoziazione sociale e nessuna di queste lingue descrive la realtà psicologica meglio di un altra. Le lingue però funzionano per la comunità che parla quella lingua e sono indispensabili per conoscere il reale ma nessuna delle parole utilizzate nella lingua ospita in sé la realtà che vorrebbe rappresentare. Sono dei codici, delle convenzioni (l’inglese non descrive meglio la realtà rispetto alla lingua francese). Non ci sarà mai nessuna lingua che rappresenta la realtà come nessuna mappa riesce a rappresentare appieno il territorio.
A questo punto potrebbe sorgere una domanda: se ogni teoria che noi generiamo è equivalente alle altre allora sono tutte relative, sono tutte intercambiabili? Dobbiamo ricordare che non possiamo dimostrare la valenza di una teoria in sé e per sé, ma dobbiamo ragionare a seconda del contesto culturale che ha costruito quel fenomeno psicologico e che crede al potere di quelle parole.
Sono prospettive che hanno tutta la loro legittimità: in questa prospettiva l’inglese non è meglio del francese o del tedesco, ma per gli inglesi rimane la lingua migliore. Per gli inglesi è la loro lingua madre e quindi in quella si trovano molti più elementi di corrispondenza. Ogni società utilizza regole diverse ma con lo stesso tipo di valenza di efficacia, quindi l’efficacia di una condotta è costruita all’interno di una comunità che da credibilità a ciò che viene agito.
All’interno del realismo concettuale troviamo l’ ermeneutica, la fenomenologia, il
costruttivismo, il costruzionismoe l’interazionismo. Questi modelli non si occupano di una realtà oggettiva ma di una realtà psicologica: come le persone costruiscono la loro esperienza. Secondo questo punto di vista, il modo di stare al mondo di una persona è per lei, in quel momento, l’unico modo che ha di essere al mondo, derivante dai migliori sistemi di adattamento che quella persona ha trovato per sé, per stare in quella situazione. Un proverbio degli indiani d’America dice: prima di giudicare una persona cammina nei suoi mocassini per tre lune, solo allora avrai modo di accedere alla realtà come egli costruisce, una realtà di cui non puoi sapere nulla.